La Guerrilla Gardening fa rifiorire la città
I sostenitori di questa forma di attivismo sono spesso legati a movimenti politici ambientalisti che reclamano una migliore redistribuzione della terra.
Le prime notizie di guerrilla gardening risalgono al 1973 quando il gruppo Green Guerrilla trasformò un’area abbandonata in un giardino. Da allora numerosi attivisti in tutto il mondo provano a trasformare le aree urbane dismesse in uno spazio verde curato. I sostenitori di questa forma di attivismo sono spesso legati a movimenti politici ambientalisti che reclamano una migliore redistribuzione della terra. Relazionata con il guerrilla gardening è la proliferazione nelle città dei cosiddetti orti urbani, ossia spazi della città dedicata alla coltivazione con il fine di riallacciare i contatti con la natura.
In Italia sono molti i gruppi che, in maniera più o meno organizzata, sono nati nell’ultimo decennio. I primi a importare questa forma di giardinaggio sovversivo sono stati gli attivisti milanesi di GuerrillaGardening.it nel 2006. Da allora si sono susseguiti gli “attacchi verdi”, azioni dimostrative utilizzate per opporsi al degrado urbano e utili ad abbellire i centri urbani con fiori e piante. Il gruppo è aperto e suggerisce, attraverso il suo sito web, alcuni consigli agli ‘aspiranti’ guerriglieri:
Bomba di semi. Per il primo attacco in assoluto si consiglia la tecnica della cosiddetta “flower-bomb”. Si tratta di una vera e propria “bomba di semi” che contiene terriccio, semi di fiori e fertilizzante avvolti in una carta di giornale, il tutto imbevuto d’acqua. Le bombe di semi vanno lanciate nelle zone abbandonate della città. Pazientando per alcune settimane si potranno ammirare i fiori adornare l’area in disuso scelta. Se è possibile sarà consigliabile ripassare alcuni giorni dopo l’attacco per innaffiare la pianta.
È necessario fare attenzione durante queste operazioni perché il guerrilla gardening è una forma di giardinaggio illegale e questo potrebbe creare problemi con le forze dell’ordine.
Fra gli episodi più importanti di guerrilla gardening ricordiamo due. Il primo è quello di un gruppo di 500 attivisti che, a sud di Londra nel 1996, occupò uno spazio di proprietà della Guinness. Fu un’azione dimostrativa contro il degrado urbano e di qui nacque la comunità Pure Genius, che prende il nome da uno slogan di uno spot proprio della Guinnes. Nello stesso anno, nella città danese di Guldbergsgade, invece, mille attivisti trasformarono in una notta uno spazio abbandonato in un giardino.