SUL LETTINO DELLO PSICOLOGO
In generale uno spazio, e in particolare un giardino, può essere fatto apparire più o meno grande ricorrendo alla psicologia della percezione visiva.
I giardini cittadini sono spesso di dimensioni contenute e necessitano di soluzioni progettuali creative ed ingegnose per sfruttare al meglio il poco spazio a disposizione. Mentre viene sempre posta molta attenzione all'organizzazione dello spazio fisico, non sempre si dà la giusta considerazione allo spazio simulato, cioè lasciato immaginare all'osservatore in base alla presenza di certi elementi strutturali (spazio ipotetico), oppure percepito visivamente per un inganno ottico (spazio virtuale), oppure esistente ma "stirato" da un espediente prospettico (spazio dilatato).
Gli spazi ipotetici.
Gli spazi "ipotetici" sono quelli di cui si immagina la presenza, ma si ritiene non siano visibili perché nascosti, quando in realtà non esistono, oppure esistono ma al di fuori del giardino.
Un espediente che progettisti esperti usano ogni volta che se ne presenti l'occasione consiste nel "prendere in prestito" (così si dice in gergo) degli elementi esterni al giardino, tipicamente degli alberi più o meno lontani. L'abilità del progettista consiste nel far interpretare questi elementi come parte del giardino, che in tal modo viene percepito come più grande (e a volte anche molto più grande). Va da sé che non dev'essere visibile il confine reale, opportunamente dissimulato da elementi architettonici o vegetali.
Un modo per rendere invisibile il confine, tuttavia applicabile più a parchi di grande estensione che a dei comuni giardini, consiste nell'"affogare" la recinzione in un fossato, rendendola invisibile, così che lo sguardo possa liberamente spaziare oltre. Questo particolare accorgimento è spiritosamente battezzato "ha-ha": espressione di sorpresa di chi scopre il trucco solo quando arriva in prossimità del fosso, o di soddisfazione di chi avvista persone o animali in avvicinamento grazie all'assenza di barriere visive.
Un abbozzo di struttura è normalmente interpretato come estremità visibile di una struttura completa, per il resto nascosta. Vedendo un pertugio in una siepe, il visitatore del giardino è indotto a ritenere che dietro la siepe ci sia una "stanza" o un vialetto. Vedendo qualche gradino, immagina che vi sia una scalinata seminascosta che conduce a un solarium o a un terrazzo. Vedendo una porta addossata a un muro, è indotto a ritenere che il giardino si estenda al di là del muro. Tutto ciò fa più o meno consciamente ipotizzare che il giardino vada ben oltre il visibile, e non solo lo fa percepire come più grande, ma anche come più misterioso e affascinante.
Gli spazi virtuali.
Gli spazi "virtuali" sono quelli di cui si ha un'immagine visiva alla quale non corrisponde una reale esistenza; di fatto, si tratta di simulazioni tridimensionali.
Un trucco scenico troppo poco sfruttato nei comuni giardini, che amplifica visualmente gli ambienti, è il cosiddetto trompe-l'oeil (letteralmente, inganna l'occhio): una decorazione murale che induce a scambiare una superficie per uno spazio tridimensionale attraverso un uso sapiente della rappresentazione prospettica. Può essere un dipinto, o una stampa precostituita fissata nel punto desiderato, o anche un semplice grigliato in ferro o in legno che crei un'illusione ottica.
Ancora meno frequente è l'uso degli specchi in giardino. Nella progettazione di interni gli specchi sono usati da sempre al duplice scopo di creare finte profondità e ambienti più luminosi per riflessione della luce. L'illusione di profondità può essere sfruttata anche negli ambienti esterni, collocando specchi in punti strategici: ad esempio, in fondo a un vialetto, per simularne la prosecuzione, o contro un muro perimetrale, per simulare un passaggio. Bisogna avere l'accortezza di inclinare lo specchio in modo che il suo piano di riflessione non sia perpendicolare alla direzione di percorrenza, per non vedere la propria immagine riflessa mentre si procede in avvicinamento. Oltre agli specchi in vetro, che richiedono una particolare protezione dall'umidità, sono disponibili specchi acrilici, in PMMA, molto più economici e maneggevoli.
Gli spazi dilatati.
Gli spazi "dilatati" sono quelli effettivamente esistenti, ma dei quali sono state incrementate le dimensioni apparenti.
Per quanto possa sembrare paradossale, uno spazio "pieno" e molto strutturato viene generalmente percepito come più ampio di uno uguale ma lasciato vuoto o in gran parte libero. Infatti, a parità di spazio reale, l'ampiezza percepita è più o meno proporzionale al tempo che impiega l'osservatore per completare l'osservazione. Se lo sguardo può abbracciare immediatamente il giardino nella sua interezza, le sue dimensioni appariranno inferiori per l'assenza di elementi schermanti che costringano ad osservare punti diversi in istanti diversi; inoltre una schermatura adeguata darà la sensazione che il giardino si estenda indefinitamente al di là di essa (anche se si è consci che non è così).
Un viale può essere fatto apparire più lungo di quello che è in due modi diversi, che possono ovviamente coesistere. Un modo consiste nel rastremarlo, ossia ridurne gradualmente la larghezza in allontanamento dal punto di osservazione. Un'altra modalità è applicabile a viali bordati da siepi o filari, soprattutto se monospecifici: si tratta di ridurre gradualmente l'altezza delle piante verso il fondo. In entrambi i casi l'occhio tenderà ad interpretare come più lontano ciò che in realtà e più piccolo. Naturalmente nel controcampo l'effetto sarà opposto e il viale apparirà più corto, per cui occorre stabilire un punto di vista privilegiato.
Conclusioni.
In un'epoca in cui non si costruiscono più parchi reali o principeschi, e di contro ciascuno sente l'esigenza di un proprio, seppur piccolo, giardino, è opportuno ricorrere ad ogni espediente progettuale per amplificare anche apparentemente gli spazi, non limitandosi alla sola ottimizzazione della loro fruizione.