Cura di giardini e parchi storici: quale formazione?

Non esiste un programma univoco e corsi ministeriali per questo particolare ramo del mestiere del giardiniere, il dibattito è aperto.

8 MAG 2014 · Tempo di lettura: min.
Foto di Wikipedia
Lavorare su un giardino o un parco storico non è facile, rappresenta una sfida per il giardiniere che vuole assumersi il compito di salvaguardare una parte del patrimonio culturale italiano. Un dibattito è aperto: si può restaurare il passato guardando al futuro?

Interessante è la questione sollevata da chi nei giardini storici ci lavora: sono i giovani giardinieri formati per riuscire a lavorare in queste opere antiche? Sanno usare strumenti e metodi che venivano usati al tempo in cui questi giardini sono stati concepiti?

C’è chi sostiene che i corsi messi a disposizione dagli enti regionali o dalle associazioni siano troppo teorici e poco pratici, chi invece sostiene che siano più che sufficienti.

I sostenitori del giardinaggio tradizionale

Per lavorare su un giardino o un parco storico bisogna sapersi sporcare le mani, questo sostiene la vecchia guardia, quella che dice che per restaurare un giardino del 1700 spesso è utile conoscere gli strumenti di quel periodo, perché un giardino che è stato concepito nel settecento è stato costruito con strumenti manuali che potrebbero essere ancora utili al giardiniere per il suo restauro o la sua cura.

La nuova scuola

La nuova scuola invece sembrerebbe schierarsi dalla parte delle modernità e bolla come anacronistiche certe pratiche. Recuperare l’antica arte si, ma usare anche strumenti che permettono di velocizzare e meccanizzare ciò che è possibile.

Ad oggi esistono vari corsi teorico pratici sulla materia come quelli offerti dall’Associazione Per Boboli di Firenze, ma ancora non esiste una legislazione unitaria su quali debbano essere i requisiti oltre che la formazione che deve essere garantita a coloro che vogliono specializzarsi in questo ramo del mestiere.

Le Carte di Firenze

Unico documento che fornisce delle linee guida sono le Carte di Firenze del 1982, un documento che detta delle linee guida e delle raccomandazioni sulla cura di questo patrimonio, ma che non costituisce un programma di formazione ministeriale.

Complice il fatto che non esiste un albo a regolamentare la professione i pareri rimangono contrastanti e il dibattito aperto.

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