LA FITOVALUTA
Un bel giardino può valorizzare molto un immobile, incrementandone sensibilmente il valore di mercato
Mi va di coniare (e "coniare" è un termine davvero pertinente) un nuovo termine: fitovaluta. La fitovaluta è una valuta immaginaria che riflette il valore economico del verde, soprattutto ornamentale, per i proprietari di immobili.
Il verde urbano privato è sempre in una certa misura anche verde pubblico, perché, sebbene non frequentabile che dai proprietari, ne beneficia ogni cittadino in termini di qualità dell'aria, raffrescamento, godimento estetico. Reciprocamente, il verde pubblico è anche un po' privato, perché ogni singola abitazione gode in generale dei benefici ecosistemici elargiti a tutti, e tanto più quanto più lo spazio verde è grande e vicino.
Questa valenza sociale dei giardini, dei parchi e delle alberate è economicamente quantificabile, e nelle sue stime quantitative si cimentano variamente gli immobiliaristi. Quel che è certo è che un parco o un giardino pubblico nelle immediate vicinanze di una casa ne incrementa sensibilmente il valore immobiliare, così come la sua ubicazione in un quartiere con molto verde.
A maggior ragione, e con maggior effetto, aggiunge valore a un immobile la presenza di un giardino privato, e tanto di più quanto più è elevato il suo valore ornamentale, indipendentemente dalla sua estensione (un grande giardino mediocre e banale è semplicemente un grande terreno, che ha già una sua stima come tale). Un ulteriore apprezzamento si è verificato in seguito al lockdown, che ha drammaticamente enfatizzato i benefici fisici e psicologici del possesso di un bel giardino.
Un giardino gode anche di un notevole vantaggio rispetto a una casa. Mentre una casa deperisce con il tempo, e col passare del tempo la sua manutenzione diviene sempre più onerosa e assillante, un giardino migliora con il tempo, mantenendo inoltre grosso modo costanti le sue esigenze di cura e manutenzione; anzi, se è frutto di un buon progetto con una visione a lungo termine, queste esigenze possono addirittura ridursi progressivamente, riducendo di concerto le spese.
Ne consegue che, mentre il valore economico di una casa mediamente diminuisce al trascorrere degli anni (a meno che non si tratti di una dimora storica o "di charme"), il valore di un giardino cresce costantemente; e cresce anche indefinitamente, perché, a differenza di un edificio, un giardino non presenterà mai la necessità di essere abbattuto. In definitiva, un giardino ha gli stessi vantaggi di un investimento finanziario a lungo o lunghissimo termine, senza peraltro il rischio di un crollo dei mercati: una fitovaluta è molto più sicura di una criptovaluta.
Inoltre, un giardino creato con giovani piante è economicamente più vantaggioso di uno "a pronto effetto", non solo per il ridotto costo iniziale, ma anche per il maggior incremento di valore dell'impianto vegetale, cioè della fitovaluta.
Gli immobiliaristi hanno sviluppato dei criteri di valutazione economica anche di un generico giardino privato, per lo più legati al valore della casa. Queste procedure di calcolo hanno però il limite di non considerare adeguatamente la qualità dello spazio verde: è facilmente intuibile che la percezione della cura e della bellezza, o quella dell'incuria e dell'abbandono, incide non poco sulla propensione all'acquisto da parte di chi cerca casa.
Un giardino veramente ben fatto (ben progettato e ben mantenuto) è merce piuttosto rara: per una casa in vendita, la sua presenza allarga la platea dei potenziali acquirenti e, per la legge della domanda e dell'offerta, accresce il valore di mercato dell'immobile. Per contro, tra gli aspetti negativi di un giardino vi sono soprattutto le capitozzature, che proprietari irriflessivi fanno praticare sui loro alberi, assecondati da sedicenti giardinieri. Una volta capitozzato, il valore di un albero crolla, passando magari addirittura da positivo a negativo; in altre parole, può valere di più un giardino senza alberi che uno con alberi capitozzati. Con la capitozzatura la fitovaluta si deprezza: dopo quello estetico e quello agronomico, è un motivo in più per non capitozzare.