COSÌ FAN TUTTI
Un piccolo vademecum delle più classiche non-idee sul giardino: le “trovate” più banali, abusate e a buon vantaggio rinunciabili.
Succede in tutti i campi delle attività umane: ci sono gli innovatori e i conservatori, gli originali e i convenzionali, coloro che mettono in campo idee e soluzioni di volta in volta adatte alle circostanze e coloro che seguono pedissequamente schemi precostituiti, ossia le "non-idee". A proposito dei giardini, ecco alcune delle non-idee più comuni.
Una fioritura in tutti i momenti dell'anno. Sembrerebbe a prima vista una soluzione accettabile e condivisibile (a chi non piacciono i fiori?) ma, a parte l'essere la tipica proposta di chi non ha niente da proporre, nasconde delle insidie. Infatti, in un dato spazio non si può mettere a dimora che un numero limitato di piante, per cui una pianta scelta solo in base al periodo di fioritura toglie il posto ad un'altra che invece sarebbe più adatta alla struttura del giardino. Inoltre, si vedono spesso fioriture insignificanti, che servono soltanto per poter dire di avere qualcosa di fiorito. Infine, con i cambiamenti climatici in atto, azzeccare l'epoca di fioritura sta diventando una scommessa.
Il prato inglese. C'è addirittura chi lo considera un sinonimo di giardino. In realtà, come suggerisce il nome comune (il termine tecnico sarebbe "tappeto erboso") è adatto all'Inghilterra, ma solo a pochi areali della nostra penisola. È un prato che si autosostiene in zone con estati miti e umide, ma dove le estati sono calde e secche può essere mantenuto solo con grande dispendio di risorse (acqua, concimi e mano d'opera). Eppure viene costantemente proposto senza badare alle alternative, e ormai quasi sempre a rotoli, perché appaghi subito l'occhio.
I sassi bianchi. Ormai costituiscono un binomio inscindibile col prato inglese, assieme al quale vengono proposti con la motivazione che "fanno contrasto". I giardinetti più scialbi e smunti vedono il trionfo del prato inglese con i sassi bianchi. Magari in mezzo al praticello trova posto anche un alberello di olivo, debitamente svilito da un'aiuola circolare di sassi bianchi.
La siepe di lauroceraso. Si dice spesso che non esistono piante brutte e senza qualità. Forse se il lauroceraso fosse usato come albero, a crescita libera, sarei più propenso ad accettare questa affermazione. Il guaio è che questa specie è tanto maldestramente abusata come pianta da siepe da simboleggiare la più completa mancanza di immaginazione. Probabilmente "aiuta" il suo basso prezzo, ma allora c'è da chiedersi perché chi spende milioni per una villa debba poi voler risparmiare qualche euro sulla siepe perimetrale.
Il prato sintetico. Trovo a fatica le parole per descrivere questa sciagura. Non si tratta di una semplice banalità, ma ben di peggio: il prato sintetico è la negazione del giardino e la sua falsità è evidente a colpo d'occhio. Alcuni giustificano il prato sintetico con la facilità di posa e la scarsa manutenzione richiesta: sono le stesse caratteristiche di una colata di cemento, che però almeno è autentica.