VITA DA CANI

Molte persone si chiedono, e chiedono, come impedire ai cani di scavare buche. Purtroppo ricevono risposte.

1 SET 2024 · Tempo di lettura: min.
VITA DA CANI

I rapporti tra i cani e gli spazi verdi, siano essi giardini privati o parchi pubblici, sono spesso difficili e conflittuali per le diverse esigenze dei cani, delle persone e dei giardini.

Nei parchi pubblici i visitatori che vi portano i cani e i genitori che vi portano i bambini sono a volte presenze poco compatibili e sollevano le proteste dei secondi. Dall'altro lato, i cani si ritrovano spesso confinati in qualche sorta di ghetto in cui non possono dar sfogo alla loro esuberanza, per cui quella che dovrebbe essere un'occasione di sgranchirsi le zampe si risolve in frustrazione.

Nei giardini domestici in cui scorrazzano dei cani i proprietari lamentano molto frequentemente l'attitudine degli animali a scavare buche nel terreno, che mandano all'aria l'estetica del giardino e anche la sua fruibilità, ulteriormente compromessa dalla presenza diffusa di deiezioni (che però un cane dovrebbe essere educato a deporre in un angolo ben definito).

Nelle chat e sulle piattaforme internet dedicate ai giardini sono innumerevoli le domande su come impedire ai cani di scavare buche. Purtroppo molte risposte spiegano davvero come farlo. Non di tratta di valutare l'efficacia della soluzione proposta: qualunque essa sia, si tratta di una proposta inadeguata "a prescindere". I cani hanno infatti una palese esigenza di scavare buche, fa parte della loro natura, e impedirglielo è profondamente sbagliato.

Quanto al parco pubblico, un cane deve trovarvi un luogo di liberazione, non di confinamento; e chi vi porta i bambini, d'alto canto, non deve convivere con il timore che un cane aggressivo o "troppo esuberante" possa far loro del male.

Tutti questi problemi si risolvono, nemmeno poi con troppo difficoltà, con una corretta progettazione del giardino privato o del parco pubblico. Al di là delle specifiche modalità per metterli in pratica, i principi da soddisfare sono pochi e semplici, e da applicare solo dove effettivamente necessario.

Primo: definire le aree. Ciò non significa creare ghetti, ma, al contrario, individuare spazi adeguati per le varie esigenze. Ad esempio, per un giardino privato un prato armato non si presta ad essere scavato, mentre una zona, anche piccola, di terra battuta, può accogliere le buche: così non ci sono barriere tra i due spazi e il cane può disporre dell'intero giardino ma può scavare solo in una piccola parte (e facendo le cose per bene non si compromette nemmeno l'estetica).

Secondo: separare le aree. La separazione fisica si impone in un parco dove si vogliono evitare i contatti tra i cani e le persone che li temono, ma, a differenza della moda corrente, l'area che ospita i cani e quella che li esclude devono avere più o meno le stesse dimensioni.

Terzo: modellare le aree. Gli spazi dedicati ai cani devono essere modellati sulle loro esigenze. In particolare, un cane deve poter correre quanto più liberamente possibile; pertanto, a parità di superficie, un'area lunga e stretta è più adatta di una all'incirca quadrata. Si potrebbe ad esempio dedicare ai cani un percorso perimetrale, che presenta uno sviluppo in lunghezza in genere superiore, magari anche di molto, a quello di uno spazio centrale o relegato in un angolo.

In definitiva, il conflitto tra i cani e gli spazi verdi, pubblici o privati, è facilmente evitabile disegnando gli spazi con attenzione e raziocinio.

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