QUOTA CENTO
Un giardino disposto su più livelli, con balze, rampe e scalini, è in genere più accattivante di uno disposto su una sola quota.
A volte capita che il terreno su cui sorge, o sorgerà, un giardino sia caratterizzato da pendenze e dislivelli. Questa situazione, tipica di zone in quota, è di solito indesiderata, eppure offre l'occasione di trasformare un problema in un'opportunità, che è precisamente la circostanza in cui meglio si misura la capacità di un progettista.
Spesso occorre effettuare qualche movimento di terra per organizzare i livelli e addolcire le asperità: è un'operazione onerosa, che va ridotta al minimo necessario, ma che porta a risultati notevoli in termini sia estetici che di vivibilità del giardino. Si possono prevedere muretti di contenimento, scalinate, rampe, parapetti, per dar vita a un insieme vivace e articolato, piacevole da guardare e comodo da percorrere.
In qualche caso un'abitazione di città spunta dalla sommità di una collinetta artificiale, creata per interrare il piano inferiore e coperta prevalentemente da un prato. In tal caso la pendenza è effettivamente indesiderabile perché ostacola la fruibilità dello spazio esterno: è scomodo camminarci, difficile giocarci, problematico piazzarci una seduta, impossibile collocarvi un tavolo. È una situazione creata da un progetto edilizio che non ha tenuto conto del giardino.
I giardini di città sono però per lo più in piano, tanto da presentare il problema opposto: tanta piattezza rende il giardino poco interessante. Sorge quindi l'opportunità di creare movimento inventandosi delle quote e delle pendenze. Non è necessario fare molto, basta introdurre ciò che potremmo chiamare un dislivello simbolico: basta un saltino di quindici centimetri per dare l'idea di un livello sopra- o sotto-elevato che rompe la piattezza del terreno.
Inoltre, si può anche sfruttare il capanno degli attrezzi, se ne esiste uno di sette o otto metri quadri. Sostituendo il tetto a falde con uno piatto ed eventualmente rinforzando un po' la struttura, si può utilizzare il tetto del capanno come piano calpestabile. Può poi impreziosire la struttura una scala con un minimo di valenza estetica.
Pensando più in grande, si può sfruttare il tetto del garage per farne un solarium o un giardinetto segreto. Il garage esterno è infatti normalmente uno sgradevole parallelepipedo in muratura: trasfigurarlo inserendolo a pieno titolo nel giardino apporterebbe il duplice vantaggio di eliminare una bruttura e di creare una bellezza.
Questi ultimi due elementi, capanno e garage, potrebbero anche assumere il ruolo di belvedere sulla parte principale del giardino, incrementandone così al contempo fruibilità e ricchezza di punti di vista, senza il bisogno del benché minimo movimento di terra.