IL SABATO DEL VILLAGGIO

Il tempo, il piacere, la pazienza, la complicità: un giardino è fatto più di questo che di piante. Con buona pace del “pronto effetto”.

20 OTT 2021 · Tempo di lettura: min.
IL SABATO DEL VILLAGGIO

Il piacere umano […] si può dire ch'è sempre futuro, non è se non futuro, consiste solamente nel futuro. Nello Zibaldone di Pensieri, Giacomo Leopardi anticipa così il tema poi sviluppato in poesia con Il Sabato del Villagio: il piacere sta nell'attesa di una gratificazione futura (che per Leopardi non arriva e la "Domenica" finisce male: infatti tutto il piacere umano consiste nella speranza e nell'aspettativa del meglio, e posseduto non è piacere).

Negli studi sull'intelligenza emozionale, si valuta precocemente quanto un individuo possieda di questa caratteristica ponendolo a quattro anni di fronte alla scelta tra una piccola gratificazione immediata (del tipo: una caramella subito) ed una più grande differita (cinque caramelle tra mezz'ora). La capacità di rinunciare a un piccolo piacere subito per un piacere più grande più tardi è una misura di questo tipo di intelligenza.

Questo caso sostiene l'esatto contrario del detto "meglio un uovo oggi che una gallina domani" (un buon esempio di quanto possa essere sciocca la "saggezza popolare"); fa invece il paio con "la pazienza è la virtù dei forti" (un altro detto popolare, che riscatta il precedente).

L'atteggiamento di molta gente nei confronti di un giardino in costruzione è approntato alla mancanza di pazienza. Si concepisce il giardino come un salotto o un angolo cottura, che viene recapitato e montato e la cosa finisce lì. È la "cultura" del pronto effetto: messa a dimora di piante adulte (e prato a rotoli) per avere un giardino maturo fin dall'inizio, magari perché "così si può organizzare subito una festa con il giardino già a posto".

È una pratica sconsigliabile dal punto di vista agronomico, perché una piantina giovane si adatta molto meglio alla nuova collocazione di una che, dopo molto tempo trascorso in vivaio, deve affrontare all'improvviso condizioni pedologiche e microclimatiche diverse (col rischio che la sua crescita si arresti per diversi anni). È una soluzione costosa, data la differenza di prezzo per la differenza di età e il costo elevato di trasporto e piantagione. È anche una scelta che limita la soddisfazione di veder crescere il giardino assieme a sé.

Si deve inoltre considerare che non tutte le piante, giovani o adulte che siano, possono essere piantate già in partenza, quando un giardino è ancora uno spazio aperto e assolato. L'aucuba e l'aspidistra, ad esempio, soffrono molto se esposte al sole diretto; pertanto bisogna attendere che il giardino evolva affinché si creino zone ombrose in cui mettere a dimora piante del genere (che si dicono sciafile).

Inoltre, un giardino non può essere un "tutto subito" perché tipicamente deve soddisfare bisogni diversi in epoche diverse: il gioco dei bambini, le feste degli adolescenti, le adunate dei giovani, il barbecue con gli amici, il relax dopo il lavoro, il buen retiro della pensione. Deve quindi essere concepito fin dall'inizio come uno spazio flessibile e plasmabile, dentro una storia in cui le vicende della vita dettano il ritmo del cambiamento. Può addirittura cambiare stile nel corso di questa sua storia: magari partendo come "moderno" ed essenziale, per poi trasformarsi pian piano in "classico" o in cottage garden (per quanto possano avere significato questi termini).

Insomma, un giardino è un'oggetto a quattro dimensioni: le tre spaziali e il tempo. L'immutabilità non gli si addice. Per questo faccio fatica a considerare tale un giardino "all'italiana" o un giardino barocco "alla francese": manca la quarta dimensione, manca l'evoluzione. E manca la complicità con chi lo abita: essenziale, perché, a mio modo di vedere, un giardino è come un animale domestico, che si adotta da cucciolo e cresce in simbiosi con la famiglia che lo ha accolto.

Per tutte queste cose, un giardino appena creato è un po' come il Sabato del villaggio, con la differenza che anche la Domenica andrà bene.

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