FAR FAR AWAY

La crisi sanitaria per la pandemia da Covid ha creato dei bisogni che possono mutarsi in opportunità: è il caso della progettazione in remoto.

28 SET 2021 · Tempo di lettura: min.
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La prima fase dell'ideazione di un giardino è costituita dal sopralluogo. Si può ben dire che il primo sopralluogo sia un'icona della progettazione, data la sua importanza: serve a prendere contatto di persona con il cliente, a spiegargli il proprio modus operandi, a intervistarlo per comprenderne le esigenze e le aspettative, a raccogliere materiale già disponibile (planimetrie, mappali, disegni, ecc.), a effettuare qualche rilievo, a fare delle foto e, di certo non ultimo per importanza, a cogliere lo spirito del luogo o, come dicevano i nostri padri latini, il genius loci.

Nel mio caso, il primo sopralluogo dura circa un'ora e mezza: quando mi accordo con il cliente per data e ora lo avviso sempre che dovrà riservarmi almeno questo lasso di tempo. Mi piace inoltre arrivare con un quarto d'ora di anticipo, per dare un'occhiata ai dintorni prima di suonare il campanello: così mi creo una prima idea su quale tipo di giardino si accorda con il paesaggio circostante. Ciò vale anche in piena città, perché esistono pure i paesaggi urbani.

Vi sono tuttavia circostanze in cui i sopralluoghi non sono praticabili, o sono sconsigliabili per qualche ragione. Un motivo classico è la lontananza del giardino dal progettista: una trasferta sarebbe molto onerosa e caricherebbe non poco il costo del progetto. Ultimamente si è aggiunto un nuovo ostacolo, il pericolo di contagio virale, che suggerisce di limitare spostamenti e contatti alla mera necessità.

In generale, ciascuno di noi è costantemente chiamato ad adattarsi alle mutevoli circostanze: dobbiamo fare spesso buon viso a cattiva sorte ed essere concreti sacrificando qualche ideale. Non vi è perciò motivo di scandalo, a mio parere, se si decide di rinunciare al sopralluogo in nome della ragion pratica. In ciò siamo grandemente aiutati da una disponibilità di mezzi un tempo inesistenti.

Ora noi progettisti possiamo visionare mappe satellitari, accedere a street view, parlare con il cliente in videoconferenza, condividere documenti di progetto in cloud, comunicare rapidamente in chat, organizzare navigazioni in 3D. A sua volta, il cliente può visionare un nostro portfolio di progetti dai nostri siti e piattaforme internet.

Certo, un lavoro in remoto richiede una fattiva collaborazione da parte del cliente, che deve fornire planimetrie, rilievi, foto, informazioni e quant'altro in modo completo e dettagliato: in definitiva, ricoprendo un ruolo attivo nell'opera di progettazione, deve essere un collaboratore oltre che un committente.

Non tutti i clienti sono in grado di farlo, o ne hanno la volontà, ma coloro che affrontano la sfida possono poi essere doppiamente soddisfatti del risultato. È inoltre ovvio che, poiché il cliente svolge parte del lavoro, sarà ricompensato da un notevole risparmio sul prezzo del progetto.

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